Cittadinanza e Costituzione

Perché resistemmo, perché resistiamo

Perchè resistemmo, perchè resistiamo, a cura di Magrone Julia 

 I figli di Gildo Gastaldi, Claudia e Maurizio, decidono di scrivere la biografia del padre per evidenziare e non dimenticare le memorie famigliari più note ed importanti per loro. Il personaggio di Gildo Gastaldi, fu quello che si distinse nella loro famiglia per le sue idee politiche e per la sua passione per lo studio della medicina. La sua idea politica era contrastante rispetto a quella di Hitler e Mussolini. La situazione in cui si trovava tutto il paese era difficile, soprattutto per la dittatura e per il movimento fascista che stava avanzando e acquisendo potere. 

Infatti Gastaldi prese parte alla lotta antifascista e nel 1930 si interessò al movimento di Giustizia e Libertà, nato appunto in quel periodo. In seguito a questi avvenimenti scoppiò la seconda guerra mondiale, la quale causò moltissimi feriti ed altrettanti morti. 

L'idea dell'antifascismo era quella di sradicare il regime di Hitler e Mussolini,  rimuovendo le condizioni politiche, sociali, economiche, culturali; e rivendicare i diritti umani.  Si accostò a questo duro periodo per tutti, una sofferenza particolare per il padre dei due ragazzi: la morte della sorella all'età di 10 anni. 


Superato questo duro momento, il 25 aprile 1940 sposa Laura Pratilli, la madre dei suoi due figli; ed intraprese lo studio di neuropsichiatria e chimica per diventare insegnante. Avendo un animo contrario al nazifascismo decide di aderire ai movimenti di resistenza.  Nel 1943 aprì una clinica neuropsichiatrica e proseguì con la sua attività scientifica, la moglie fu attiva alla lotta contro la dittatura. 

Nell'estate del '43 il regime fascista cessò di esistere e ci fù la Liberazione Nazionale. I figli del prof. analizzarono i motivi della cessazione fascista; vi era un grosso malcontento popolare ed ora rilevante l'opposizione morale e politica al fascismo. 

Non avendo un governo stabile, Vittorio Emanuele secondo incarica Pietro Badoglio a formare un governo provvisorio. A seguire vi fu un armistizio a 

Cassabile, il paese subì due anni di guerra seguita dall'occupazione nazista e da ulteriori guerre civili.   A nord dell'Italia vi erano poteri militari fascisti e a Sud il territorio era controllato dalla coalizione Angloamerica.  Data fondamentale che Claudia e Maurizio prendono in considerazione più volte durante la narrazione è quella dell'8 settembre. 

Questa data si ricorda per il proposito di ricostruire l'identità nazionale perduta e per le sanguinose guerre. Nacque il movimento degli azionisti, anti nazifascismo. Il loro progetto era quello  di creare una repubblica dello stato, il parlamento del governo, di controllare la gestione pubblica dei grandi complessi industriali, di attuare una libertà sindacale e di avere uno stato laico.  Dopo scontri e guerre finalmente la situazione si stabilizzò, nacque un governo stabile, e l'Italia divenne unita. Si puntò sulla ricostruzione demografica ed economica del paese: nel febbraio 1946 vi fu il primo congresso del partito d'Azione. 

Nell'aprile 1947 vi fu il secondo congresso; che purtroppo mancò l'obiettivo di rilanciare il partito, a causa della prevalenza dei dissensi interni. Da questo periodo l'azionismo fu sconfitto. Per motivi lavorativi il 25 luglio 1943 Gildo Gastaldi si trasferisce con la sua famiglia a Venezia, in un periodo nel quale si susseguirono continui episodi di resistenza. 

Un personaggio importante per la famiglia Gastaldi, e soprattutto per il padre dei  ragazzi in questo momento, fu nonno Achille, il nonno di Claudia e Maurizio, ovvero il padre di Gildo. Achille sosteneva Gildo nella lotta contro i nazifascisti, ed era in ottimi rapporti con lui. 

Durante il periodo in cui i Gastaldi vissero a Venezia, vi fu la Resistenza veneziana nella quale per la prima volta ebbero un ruolo fondamentale le donne, che soccorrevano i soldati italiani feriti ed incitavano i giovani a non presentarsi alla leva. 

Gildo instaurò rapporti di amicizia fraterna che lo legarono molto a Venezia, 

come ad esempio quella con Giancarlo Urbani. 

Gildo preferì lasciare il Partito d'azione per dedicarsi completamente ai suoi studi scientifici, ma ben presto si ritrovò al centro del movimento. 

Inoltre venne proclamato presidente del CLN cioè dei comunisti, cattolici, azionisti, liberali, socialisti, democratico-progressisti. 



Il 2 giugno 1946, dopo molteplici sforzi di unificazione e tentativi di formare uno 

stato repubblicano, l'Italia divenne una Repubblica ed Enrico de Nicola fu il primo presidente della Repubblica.   Nel periodo che susseguì svariati scontri politici talvolta causando danni, il 

padre dei ragazzi abbandonò la militanza politica ed il partito d'azione cessò di esistere. 


Nel 1954 per motivi lavorativi la famiglia si trasferì a Modena ed il padre da quel 

momento tenne un diario (verso la fine degli anni sessanta)  al quale i figli sono molto legati e riportano parecchie sue idee e progetti che aveva annotato. 

Dal momento in cui Gildo ebbe il tempo per dedicarsi esclusivamente al suo 

progetto di diventare insegnate raggiunse il suo obiettivo, infatti acquisì visibilità professionale e nel gennaio del '73 fu chiamato 

all'università statale degli studi di Milano per una cattedra di neurologia in un'università. La famiglia si trasferisce infine a Milano, nella quale passa il resto della propria vita. 

A Milano il padre si appassionò al teatro ed infatti partecipò attivamente all'avventura del Piccolo Teatro di Milano, nel quale recitò alcuni spettacoli analizzati da Claudia e Maurizio nelle ultime pagine del libro. Quest'avventura, oltre ad arricchire il bagaglio culturale di Gildo e della famiglia, che spesso partecipava alla costruzione delle scenografie, permise di legarsi 

particolarmente a Giorgio Strehler, che come lui fece parte del Piccolo Teatro di Milano. 


A Pavia nel 1992 vi fu il comitato per le celebrazioni del 47esimo anniversario della liberazione. 


Ancora oggi, come ci testimonia la vita del prof. Gastaldi, non dobbiamo abbassare la guardia, il nostro purtroppo è un presente molto difficile per la politica, per il lavoro, per il sindacato e per l'economia e dunque una "memoria" come quella contenuta nel libro non può che aiutarci e supportarci. 

 

Titolo: Perché resistemmo, perché resistiamo, recensione a cura di Samantha 

Zanelotto 

Genere: Storico 

Luoghi: Casalpusterlengo, Venezia, Pavia, Modena, Milano 

 Anni: 1907-1973 

 Contenuto:  Il libro, di 117 pagine, parla della vita, degli interessi, degli ideali, dell'attività politica, di Ermenegildo Gastaldi. 


Gildo nasce nel 1907 a Casalpusterlengo. 


Durante il periodo dell'anteguerra in cui frequenta la scuola media, viene eletto il partito fascista, e inizia l'ascesa di Benito Mussolini. 

Durante la seguente frequentazione del Liceo (con diploma di maturità classica al liceo Cazzulani di Lodi nel 1926) e dell'università (con laurea all'Università degli studi di Pavia 

nel 1932 in medicina e chirurgia, per poi fare una specializzazione in neurologia e psichiatria di cui diventerà un conosciuto esperto), sviluppa un'avversione per la dittatura e il partito fascista. 

Gildo era anche un uomo laico e anticlericale. 


Nel 1940 si sposa con Laura Pratilli, da cui avrà poi due figli. 


Dopo la laurea, negli anni in cui lavora come assistente ad una clinica delle malattie nervose e mentali, aderisce in clandestinità a movimenti e idee della resistenza. 

Diventa in seguito presidente del CLN della provincia pavese, dove raccoglie manifesti e armi dei partigiani. 


(Il CLN era una formazione inter politica che ha coordinato e diretto la lotta al 

nazifascismo collaborando con le forze angloamericane alleate durante la resistenza) 


L'ascesa di Hitler in Germania e la sua alleanza con Mussolini preannunciano la sua adesione al movimento di Giustizia e Libertà. 

 

Ai tempi del suo matrimonio (1940) l'Italia entra in guerra. 


Nel 1941 nasce la figlia Claudia 


Due anni dopo, nel 1943, la sfiducia e l'opposizione a Mussolini portano alla caduta del partito fascista, e alla formazione di un comitato di liberazione nazionale. 


L'Italia è poi occupata a sud dagli angloamericani e a nord dai nazisti; Gildo aderisce alla resistenza e alla lotta partigiana. 


In un contesto sempre piú forte di coalizzazione italiana, guidata dalla paura di una 

sottomissione ai tedeschi, nasce poi, a cavallo fra il 1942 e 43, il Partito d'Azione, a cui si unisce anche Gildo. 


Gli obiettivi del Partito d'azione erano: 


Una forma repubblicana dello stato 

Forma parlamentare del sistema di governo 

Decentramento amministrativo politico su scala regionale 

Gestione pubblica dei grandi complessi industriali 

Una riforma agraria 

Libertà sindacale 

Laicità 



Alla fine della guerra, il PdA presiede il consiglio nel 1945, ma seguenti divisioni interne 

portano allo scioglimento del partito: di seguito allo scioglimento, Gildo non aderisce più a nessun partito, ma rispetta il suo dovere morale. 


Nel frattempo, nel '44 Gildo si è trasferito a Venezia, dove fra il '44 e il '45 si susseguono numerosi episodi della resistenza. 


Gildo viene poi riconosciuto ufficialmente come partigiano, e alla fine del 1945 torna a Pavia. 


L'anno dopo, precisamente il 2 giugno 1946, avviene l'elezione che trasformò l'Italia in 

Repubblica (elezione assemblea costituente- primo presidente); Gildo è contento, in 

quanto convinto repubblicano, ma dispiaciuto per lo scioglimento del PdA. Continuerà 

comunque a mantenere vivo il proprio impegno civile nel campo della resistenza e 

 

dell'antifascismo. Varie testimonianze di articoli e discorsi da lui tenuti nel dopoguerra 

indicano questa sua ardua lotta antifascista e la sua adesione alla lotta partigiana, oltre 

alla sua successiva difesa dei valori della resistenza nel dibattito politico e culturale, spinto dall'ipotetico riemergere del fascismo sotto nuove forme. 


Nel 1947 nasce il figlio Maurizio. 


Nel 1954 si trasferisce a Modena, dove lui e la sua famiglia vivono una vita piacevole, 

per poi ottenere la cattedra di neuropsichiatria a Milano, dove dovranno trasferirsi nel 

1957. (Gildo vivrà qui l'avvenimento dei "sessattontini") 


Le passioni di Gildo Gastaldi erano i viaggi e l'archeologia (passione trasmessa al figlio), storia, filosofia, molto intensa anche quella per la musica classica e per ifilm Western, e legge molti giornali. 


Sono arrivato gli anni '60, che in campo politico sembrano portare cambiamenti, poi frustrati dalla strategia della tensione e dagli anni di piombo. 


Gildo prosegue le sue passioni, fra le quali anche quella il teatro, con il contributo al "Piccolo Teatro". 


Il libro parla infine dei princìpi della costituzione, fortemente richiamati da Gildo 

Gastaldi nel suo percorso politico: la costituzione del 1948 sperimenta per la prima 

volta l'idea di una democrazia di massa; il modello sociale e culturale che ha ispirato le 

forze politiche costituenti è il modello di una comunità orizzontale, basata silla partecipazione democratica e sull'uguaglianza. 

 

Titolo: Perché resistemmo, perché resistiamo, recensione a cura di Matteo Aiello 





Riassunto del libro per le vacanze di Natale 

Gildo Gastaldi é nato a Casalpulterio il 25 Dicembre del 1907. Aveva l'abitudine di ironizzare le sue generalità ma non sapeva di avere avuto la fortuna di esser 

nato in una famiglia che sa insegnare e trasmettere regole di vita laboriosa. Gildo é stato sempre stato "Un grande padre" per i suoi figli e il suo affetto è 

determinato anche dal suo senso di impotenza quando la nonna 

Ida viene colpita da ictus per non potere lui avere strumenti scientifici quanto meno a ridurre gli effetti della malattia. 

Nel 1932 ottenne la specializzazione in Medicina e Chirurgia, dopo di che "approdò" alla scuola Ottorino Rossi. Nel frattempo, il 25 aprile 1940, sposa a Venezia Laura Pratilli da cui avrà due figli: Claudia e Maurizio. Dopo il matrimonio si trasferiscono a Pavia dove nascono i figli. Già ai tempi dell'università, Gildo condivide le idee di opposizione al regime. Tuttavia, la politica del periodo e il regime dittatoriale fascista lo distoglievano dal lavoro come assistente alla clinica delle malattie nervose mentali, così scelse di aderire in clandestinità ai movimenti e alle idee dell Resistenza. La sua repulsione nei 

confronti della dittatura si fa ancora più salda con l'ascesa di Hitler in Germania 

e l'alleanza tra nazismo e fascismo. All' epoca dell'entrata in guerra da parte 

dell'Italia per il secondo conflitto mondiale Gildo è novello sposo, quindi alla guerra si aggiunge anche la preoccupazione per le sue responsabilità familiari. 

Fino al 1943 Gildo continuo la sua attività clandestina, dedicandosi 

contemporaneamente all'attività scientifica. Frequentando l'ambiente 

antifascista, Gildo e Laura intrecciano molteplici relazioni. 

Nel partito fascista emerge una crisi che porterà alla sua caduta mentre il partito antifascista si riorganizza dando vita al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Tra il 25 luglio e l'8 settembre l'Italia è allo sbando: le truppe naziste riuscirono ad invadere Brindisi e le truppe militari erano senza alcun punto di riferimento. Il paese era diviso in due parti: Al sud, occupato dagli angloamericani e dal governo Badoglio, a Nord il potere era nelle mani del 

partito nazista. 

Nonostante tutto Gildo continuava a aderire alla resistenza e alla lotta partigiana. Gildo Gastaldi è riuscito ad entrare nel prtito d' azione grazie a due volantini: il primo, intitolato "Il nostro spirito e i nostri obbiettivi", ritroviamo ancora una volta spietata analisi del ventennio fascista che chiama in causa le responsabilità di una monarchia sabauda e di una classe dirigente italiana; nel 

secondo volantino vi è in apertura a una fusione tra libertà e socialismo e 

di seguito sono richiamati gli obbiettivi programmatici fondamentali. Ma la 

 

ragione fondamentale per cui Gildo si arruolò al PdA fu perchè era un partito 

nuovo che tentava di superare l'antagonismo liberale/socialista. 

Finita la guerra il Partito d'Azione partecipa alle trattative per la nascita di un governo di unità nazionale che guidi la ricostruzione democratica ed economica 

dell'Italia. Ottiene nel 1945 la presidenza del consiglio, tuttavia, nell'anno 

successivo, si radicalizzò la divisione fra le due correnti. 

Tale divisione è causata dalla sconfitta alle elezioni del 2 Giugno 1946 e alla partecipazione sempre più intensa al governo De Gaspari. 

Gildo racconta che dopo il 25 luglio 1943 gli era stato consigliato di trasferirsi altrove a causa delle guerre. Si trasferi così a Venezia nella casa del suocero, Achille, in compagnia anche di sorelle e fratelli.A Venezia fece amicizia molto stretta con Giancarlo Urbani e dopo la sua morte prematura Gildo gli scrisse una dedica in suo onore. A Venezia, Gildo, si ritrova ben presto al centro del partito d'azione. Ricorda Armando Gavagnin, per il suo coraggio le su 

intelligenza e prontezza, e Lino Moretti a cui scrive anch'esso una dedica. 

Entra poi nel CLN,una formazione che coordinato e diretto la lotta e liberazione del fascismo. per Gildo però era il CLN che doveva portare il paese verso 

l'assemblea costituente. 

Dopo la lotta alla liberazione furono rare le clebrazioni degli eventi di resistenza anche se lui, a differenza della moglie, era purtroppo indifferente. 

Dopo le guerre la famiglia torna a Pavia, dove la vita è più tranquilla di prima cessate le guerre.Gildo incomincia ad insegnare all'università nelle scuole di Pavia e Modena, dove poi si trasferiscono nel 1953. Aderisce di nuovo al PdA affermando di non riuscire ad aderir ad altri partiti dato che in nessuno trovava quello sforzo di sintesi tra istanze socialiste. 

 

"Perché resistemmo perché resistiamo", 

Samuele Consoletti 







Il testo racconta la vita di Gildo Gastaldi. 

Nasce il 25 dicembre 1907 a Casalpusterlengo in una famiglia 

borghese che non gli trasmise privilegi economici bensì una vita 

onesta e laboriosa. Gildo era molto legato ai suoi genitori e quando venne a mancare il padre e successivamente anche la madre rimase molto dispiaciuto. 

Nel 1926 prende il diploma di maturità classica e prosegue gli studi 

all'università di chirurgia e medicina dove consegue la laurea nel 

1932. Si specializza in Neurologia e Psichiatria nella scuola di Ottorino Rossi. 

Il 25 aprile 1940 sposa Laura Pratilli dalla quale avrà 2 figli, Claudia 

nata nel 1941 e Maurizio nato nel 1947. Dopo il matrimonio si 

trasferiscono a Pavia e qui mentre lavora come assistente in una 

clinica, decide di aderire al partito antifascista perché anche lui 

condivide le idee di opposizione al regime fascista. In breve tempo 

diviene presidente del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) 

pavese e raccoglie manifesti e armi per i partigiani. 

Nell'estate del 1943 dopo molte sconfitte dell'Italia cadde il regime 

fascista di Mussolini e i partiti antifascista si organizzarono e 

 

fondarono il Comitato di Liberazione Nazionale la cui prima attività 

fu un affermazione politica e di assistenza per i feriti della guerra. Il 

25 luglio 1943 cadde il governo di Mussolini e il re Vittorio 

Emanuele III incarica Badoglio di formare un nuovo governo e 

firmato un armistizio con gli americani che sancisce la fine delle 

ostilità attraverso un messaggio comanda alle truppe italiane di non 

attaccare gli americani. Lo stesso giorno avviene l'occupazione nazista da parte di Hitler del nord Italia. 

Ci saranno altri due anni di guerra tra l'occupazione e la rivolta 

nazionale. Durante la guerra avviene la liberazione di Mussolini da 

parte dei nazisti e la nascita della Repubblica di Salò che fanno 

pensare al ritorno del fascismo controllato dai nazisti. 

In tale periodo di guerra nasce nel 1942-43 il Partito d'Azione, a cui 

aderisce Gildo, che è una continuazione del movimento Giustizia e 

Libertà. Riuscì ad avere molti consensi dalla popolazione desiderosa 

di combattere contro il nazifascismo. Nel 1944 a causa degli 

arresti a Pavia è costretto a trasferirsi a Venezia, dove abita nonno Achille che si aggrega alla lotta partigiana contro il nazifascismo. 

Anche la moglie Laura partecipa alla lotta trasportando le armi tra i 

vari partigiani veneziani. A Venezia Gildo ha molti amici ma il suo migliore amico Giancarlo Urbani purtroppo muore in giovane età. 

A Venezia Gildo si ritrova nel Partito d'Azione che aveva ripreso a 

funzionare con nuove adesioni e con un obbiettivo comune. 

 

Finita la guerra il Partito d'Azione partecipò alle trattative per la 

nascita di un nuovo governo e nel 1945 salì anche alla presidenza del Consiglio ma appena saliti al governo il partito si divise in due 

parti. Il governo cadde nel 1946. 

Alla fine della conflitto ritornano a Pavia dove prosegue i suoi studi 

e diventa professore all'università. Nel frattempo lascia il Partito 

d'Azione e non si unirà più ad un altro partito perché non hanno le 

sue stesse idee. 

Nel 1954 la famiglia si trasferisce da Pavia a Modena poiché Gildo 

trova lavoro come professore presso l'università modenese. Qui 

passa gli anni più belli della sua vita e appassionandosi all' 

archeologia e trasmettendo tale passione a suo figlio Maurizio. Tra i 

suoi hobby oltre alla filosofia e alla storia non dimentichiamo la passione per la musica classica. 

Nel 1957 viene chiamato dall'università di Milano e quindi si 

trasferiscono definitivamente nel capoluogo lombardo. Qui nasce la sua passione per il teatro e inizia la sua avventura al Teatro Piccolo 

di Milano. 

Gildo Gastaldi muore il 21 gennaio 1973 all'età di 66 anni. 

 

''Perchè Resistemmo, 

Perchè Resistiamo''a cura di 

Rachele Muratori 






Il libro ''Perchè Resistemmo, perchè Resistiamo'' è stato scritto dai figli, Claudia e Maurizio Luigi Lia in memoria del loro padre Gildo Gastaldi, Nato nel 1907 che ha affronto il fascismo e preso parte alla Resistenza. 

Ermenegildo, questo il suo nome completo, nacque a 

Casalpusterlengo il 25 dicembre 1907 e visse lì per la prima 

parte della sua vita. Frequentò da prima il liceo classico con 

conseguente diploma e poi optò per l'Università degli studi di Pavia, dove si laureò nel 1932. Frequenta appena la seconda 

elementare quando scoppia la prima guerra mondiale e anche se non vi ha partecipato attivamente conserva molti ricordi. 

Dopo la laurea decide di continuare li studi e sceglie di specializzarsi in Neurologia e Psichiatria. 

Nel frattempo che conseguiva la specializzazione si sposò, nel 1940 con Laura Pratilli, di origini Veneziane e si stabilì con lei a Pavia. 

Poco dopo aver terminato la specializzazione ed essendo un neo 

sposo, Negli stessi anni in cui Mussolini promulga le leggi razziali e 

si appresta a trascinare l'Italia verso la seconda guerra mondiale, è 

contro ogni forma di violenza e conflitto che possa recare danni alla 

società e sopratutto alla sua famiglia. Così nel 1930 decise di 

prendere parte a un movimento di Giustizia e Libertà antifascismo, 

Ma dovette interrompere tale impegno a causa di un processo che 

incarcerò i due fondatori del movimento, anche se ciò non spense il suo animo e i suoi ideali di Giustizia e Libertà. 

Circa fino al '43 lui e sua moglie restarono nel ambiente antifascista 

 

del paese continuando il messaggio di giustizia fino a che nel 

1943 circa Gildo si unisce al Partito D'Azione destinato a svolgere 

un ruolo fondamentale per costituire la nascita dello stato 

repubblicano italiano. 

Sfortunatamente nello stesso anno ci fu un ondata di arresti a Pavia e a Voghera ed le era stato suggerito di trasferirsi altrove e la sua scelta ricadde su Venezia, e questo avvenne nel '44. 

Tra il'44 e il '45 si susseguirono molteplici episodi della resistenza, e 

Gildo si trovò al centro del Partito d'azione , vi furono nuove adesioni che erano un vero impegno di azione. 

Gli anni successivi alla liberazione d'Italia furono difficili ma 

inizia una lenta ricostruzione innanzitutto politica per costituire un 

governo, che si concluse con la trasformazione del Italia a 

Repubblica e viene eletta una assemblea per eleggere un capo 

provvisorio in attesa di promulgazione della Costituzione. Gildo, alla 

fine della guerra continua la sua carriera universitaria e la 

professione privata senza dimenticare il suo impegno politico, E si 

ritrasferisce a Pavia dove cerca di ottenere una cattedra come accadrà nel 1952. 

Nella fase politica del dopoguerra partecipò al dibattito culturale e politico, impegnandosi a difendere i valori della resistenza. 

Il libro si conclude con il trasferimento a Modena una volta 

ottenuta la cattedra come insegnante di Neuropsichiatria, La sua 

carriera universitaria continua e nonostante ormai era molto 

affezionato a Modena fu richiamato per cattedre più importanti tra 

cui la più prestigiosa a Milano che costituì nuovamente il 

trasferimento nel 1957,nel Università statale degli studi di Milano. Trascorse qui anche i suoi ultimi anni perchè morì nel 1973. 

La sua vita si era divisa tra carriera e politica, vivendo i più 

importanti momenti storici d'Italia , e contribuendo al avanzamento nel campo della psichiatria e Neurologia. 

 

Perchè resistemmo, perchè resistiamo a cura di Letizia Martire 




Il libro "Perchè resistemmo,perchè resistiamo" racconta la vita pubblica e privata 

di Gildo Gastaldi, partigiano che pertanto non sosteneva le idee politiche di 

Benito Mussolini, impegnato nella lotta contro il partito fascista, stimato 

neurochirurgo e psichiatra . 


Ermenegildo Gastaldi nasce a Casalpusterlengo nel Natale del 1907, ha un 

fratello, Francesco, più grande di lui, una sorella, Giuseppina, morta all' età di 10 

anni. I genitori sono Dante e Ida. 


Frequenta il liceo classico a Lodi e poi consegue la laurea nel 1932 alla facoltà 

di medicina e chirurgia, presso l' Università degli Studi di Pavia. Dopo la 

specializzazione in neurologia e psichiatria, Gildo Gastaldi va a lavorare in uno 

studio presso la clinica delle malattie nervose e mentali "Casimiro Mondino". In 

quegli anni nonostante il lavoro Gildo non può restare indifferente a ciò che 

accade nella politica a causa del partito fascista, per questo inizia a partecipare 

ai convegni clandestini dei movimenti per la resistenza, e nel 1930 entra a far 

parte del movimento di Giustizia e Libertà per affermare i valori della repubblica 

e della giustizia sociale; da questo si allontana per un anno a causa del 

processo in cui vennero condannati i due fondatori. 


Nel 1940 sposa Laura Pratilli, un anno dopo nasce Claudia, e sette anni dopo 

Maurizio; nel frattempo con Laura va ad abitare a Lodi e anch'essa inizia a 

interessarsi agli ideali partigiani. 


In questi anni l' Italia vive un momento buio, dopo le leggi razziali di Mussolini, con l' ascesa in Germania di Adolf Hitler, e l' entrata in guerra dell' Italia, intanto 

diventa sempre maggiore il suo disgusto verso il fascismo e anche la 

preoccupazione per la propria famiglia. 


Nel 1943 dopo la sconfitta in guerra dell' Italia comincia a crescere il 

malcontento popolare e Mussolini viene sfiduciato, il re Vittorio Emanuele III 

vuole formare un nuovo governo, ma poco tempo dopo l' Italia viene attaccata 

dai nazisti, e si crea il caos generale senza un governo e con un esercito 

completamente diviso. Il nord è occupato dai nazisti di Hitler e in piccola parte 

anche dalla Repubblica di Salò, mentre il sud dagli angloamericani . 

 

Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN); il nuovo Partito d' Azione di 

cui fa parte anche Gildo Gastaldi, nato come proseguimento del movimento 

Giustizia e Libertà, crede in uno stato laico con ordinamenti politici liberali, e a 

differenza di altri partiti vuole eliminare le forze politiche che hanno contribuito 

alla creazione della dittatura, per questo ottenne un vasto consenso popolare. 


Dopo la guerra il Partito d' Azione aiuterà la ricostruzione di uno stato unitario, ottenendo la presidenza del consiglio grazie al leader Ferruccio Parri nel 1945. 


Nel 1944, visti i numerosi arresti, Gildo si trasferisce con la famiglia a Venezia 

nella casa del suocero Achille anch'esso convinto antifascista; dal 6 luglio 1943 al 28 aprile 1944 a Venezia si susseguono rappresaglie e attentati che 

terminano con l' uccisione di 25 partigiani. 


Durante la lotta partigiana Laura Pratilli e altre donne hanno un ruolo 

fondamentale, come per le volte in cui aiutarono a trasportare le armi nascoste nei cesti di verdura, ma anche per il soccorso portato ai feriti durante gli scontri 

armati. 


A Venezia Gildo diventa capo del Partito d' Azione; dopo il XXV aprile, giorno 

della Liberazione, 


dall' Associazione Partigiani GL gli viene conferito l' attestato di partigiano per la sua lotta a Venezia dal 1° gennaio del 1944 alla Liberazione. 


Tempo dopo il Partito d' Azione si divide in due gruppi con idee diverse, Gildo 

Gastaldi, non condividendo le idee di nessuna delle due parti, decide di 

abbandonare il partito ormai diviso irrimediabilmente; dopo questa decisione 

Gildo Gastaldi non entrerà più a far parte di altro partito politico. 


Nel dopoguerra l' Italia inizia una faticosa ricostruzione soprattutto politica con la 

rinascita dei partiti, un anno dopo con il referendum del 2 giugno 1946 il popolo italiano vota a favore della Repubblica, viene istituita un' Assemblea Costituente 

che provvisoriamente nomina a capo dello Stato Enrico De Nicola, in attesa 

della Costituzione che entrerà in vigore il primo gennaio del 1948. Nello stesso 

anno De Nicola verrà sostituito da Luigi Einaudi. 


Intanto Gildo Gastaldi e la sua famiglia tornano nella loro vecchia casa a Pavia, mentre lui continua comunque la sua lotta per il mantenimento dei valori della 

 

resistenza, nonostante lo scioglimento del Partito d' Azione, partecipando a 

dibattiti, assemblee e con sue nuove pubblicazioni sul tema della Costituzione. 

Prosegue la sua carriera da neurologo ottenendo nel 1954 il titolo di 

insegnamento presso l' Università degli Studi di Modena dove la famiglia si 

trasferirà 2 anni dopo . 


Vista la sua importanza in campo medico viene candidato a ottenere sedi 

universitarie più importanti e nel 1957 si trasferisce a Milano per ricoprire la 

cattedra di neurologia all' Università Statale di Milano. 


Il 14 maggio del 1958 vista la sua grande passione per il teatro, Gildo Gastaldi 

con Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi fondano il Piccolo Teatro a Milano e 

dopo la sua scomparsa nel 1973 sarà la sua famiglia a portare avanti il suo 

progetto per il teatro. 


In conclusione possiamo dire che la nostra Costituzione è l' eredità che i 

partigiani con la Resistenza e l' antifascismo ci hanno lasciato, a differenza dello 

Statuto Albertino che era stato concesso dal sovrano come compromesso; 

pertanto è nostro dovere preservare e proteggere il valore della carta 

costituzionale conquistata tanto faticosamente da coloro che hanno combattuto per la libertà. 

 

Perché resistemmo, perché resistiamo a cura di Giulia Aloisio 

- Prologo. 


Gildo Gastaldi nacque nel 1907, attraversò l'adolescenza nel periodo in cui l'Italia 

conobbe il fascismo. Gastaldi fu uno scienziato e un'intellettuale, laureato in neurologia e psichiatria; ebbe un'influente carriera universitaria. 

Prese posizione di fronte al fascismo e partecipò alla resistenza, guidando il 

Comitato di Liberazione provinciale di Pavia, aderendo al Partito d'Azione e al movimento di Giustizia e Libertà. 




Capitolo 1. 


Suo padre nacque il 25 dicembre 1907 a Casalpusterlengo, era il figlio 

(secondogenito) di Dante e Ida, insieme a suo fratello Francesco (solitamente chiamato Franco) e la sorella Giuseppina, deceduta all'età di 10 anni. 

Gildo ebbe la fortuna di nascere in una famiglia "povera", che non trasmettevano ai 

figli i beni economici, ma bensì quelli morali; come la bontà, e le regole di una vita onesta. 

Era molto affettuoso nei confronti dei genitori. E si dimostrò disperato nel momento 

della morte di Dante, e quando un ictus "colpì" Ida. 

Compie i suoi studi tra Lodi e Casalpusterlengo. E conseguì il Diploma di maturità classica nel 1926, presso il Liceo Cazzulani. 

Dopo il Diploma, si iscrive ad un'università di Pavia, dove studia Medicina e Chirurgia, prendendo la laurea nel 1932. 

La Prima guerra mondiale, scoppiò quando lui frequentava la seconda elementare. 

Alla fine della guerra niente fu più come prima, con molte famiglie che trovavano difficoltà a trovare lavoro. 

In quel periodo Gildo aveva cominciato la scuola media, e si ritrovò ad essere 

decisamente più maturo dei suoi compagni. 

Nel paese crebbe il tasso di disoccupazione, e le masse dovettero faticare per recuperare quello che la guerra gli aveva tolto; gli anni 1919-20, sono ricordati come il "biennio rosso". 

Quando Gildo diventò un liceale, cominciò a vedere con spirito critico, che questi 

avvenimenti erano solo la nascita si un regime dittatoriale, che respingevano le sue 

idee. 

Nel 1928 viene modificata una legge elettorale, mentre nel 1926 Gildo frequenta la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pavia. 

Purtroppo in quel periodo una tragedia si abbatté sulla sua famiglia: la morte della 

sorellina decenne Giuseppina. Così anche la sua famiglia vive dei momenti di dolore. 

Gildo è adolescente, e vive questo lutto come un dramma personale e familiare. 

 

La madre Ida, si isola nel dolore, trovando conforto nella fede: Dante vive la perdita 

con tanta angoscia. 




Capitolo 2. 


Dopo la Laurea in medicina e chirurgia, Gildo decide di specializzarsi in neurologia 

e psichiatria, studiando nella scuola di Ottorino Rossi (punto di riferimento, a quell'epoca, per la neurologia e la psichiatria italiane). 

Successivamente alla scomparsa di Rossi, Gildo continua l'apprendistato con 

Carlo Riquier. Nel frattempo, si sposa a Venezia con Lucia Pratilli e da lei ebbe due figli: Claudia (1941) e Maurizio (1947). 

Ferruccio Parri (da cui deriva il nome del figlio) aveva appunto adottato quel nome 

nella clandestinità, al quale il padre era molto legato. 

Dopo la nascita dei figli, il 25 aprile diventa un "rito" in casa Gastaldi, oltre all'anniversario di matrimonio, dopo il 1945 si festeggia la ricorrenza della 

Liberazione e poi l'onomastico del figlio di Claudia, Marco (1970). 

Già ai tempi dell'università, Gildo condivideva le idee di opposizione al regime. 

Negli anni in cui lavorava come assistente in una clinica delle malattie nervose e 

mentali, sceglie di unirsi ai movimenti e alle idee della Resistenza. La sua 

repulsione nei confronti della dittatura si fa opposizione militante in seguito all'ascesa di Hitler, in Germania, e all'alleanza tra nazismo e fascismo. 

Nel 1938 Mussolini vieta le leggi razziali, portando l'Italia nella seconda guerra mondiale. 

Dato che all'epoca dell'entrata in guerra si era appena sposato, oltre all'avversione 

per il regime e per le violenze di ogni tipo, si aggiunge la preoccupazione per le sue 

responsabilità familiari. Dopo i primi mesi di guerra, comincia ad avvertire i disagi causati dal conflitto che si sommano alle limitazioni imposte dall'autarchia. 




Capitolo 3. 


Fino alla fine del '43, Gildo continuò la sua attività clandestina a Pavia, dedicandosi contemporaneamente all'attività clinica. 

Nonostante la guerra, Gildo e Laura vivono serenamente in un ambiente familiare 

con la figlia Claudia, ancora troppo piccola per capire cosa stesse succedendo 

fuori dalle mura domestiche. 

I partiti antifascisti si riorganizzarono e danno vita al Comitato di Liberazione 

Nazionale, chiamando il popolo alla lotta e alla resistenza. La prima attività del CLN 

fu di affermazione politica, assistenza, accoglienza. 

Il succedersi delle catastrofi militari disgrega il blocco sociale di consenso al 

fascismo, svelandone le mistificazioni demagogiche e i legami con il capitalismo. 

 

Il 3 settembre 1943, viene firmato l'armistizio a Cassibile. 

L'8 settembre, Badoglio dà l'annuncio alla nazione della cessazione delle ostilità contro le truppe alleate. Lo stesso giorno delle truppe naziste attaccano l'esercito 

italiano. 

Il paese è diviso in due; al sud, la monarchia e il governo Badoglio assicurano un 

po' di continuità allo Stato italiano. A nord, il potere militare e civile è nelle mani 

della Germania nazista. 

La resistenza italiana fu uno dei movimenti di Resistenza d'Europa più forti, con il suo carico di 45 mila partigiani caduti, 20 mila feriti; questo movimento coinvolse 

contadini e operai. 




Capitolo 4. 


Dopo il 25 luglio 1943 e il periodo di arresti a Pavia e Voghera, era stato consigliato a Gildo di trasferirsi da qualche altra parte, e così, nel gennaio del '44 si trasferisce 

a Venezia. 

Tra il 1944 e il 1945 si susseguirono numerosi momenti della resistenza, come 

quella del 6 luglio 1944; dove i partigiani assassinarono il maresciallo repubblicano 

Bartolomeo Asara, e 5 antifascisti. O quella del 26 luglio, dove i partigiani piazzano 

una bomba a Ca' Giustinian (sede del Comando della Guardia nazionale 

repubblicana). Il due agosto scompare una sentinella tedesca, e furono fucilati 7 uomini. 

Nel 28 aprile 1945, il CLN locale, stinse un accordo di resa incondizionata con i tedeschi. 


Molti racconti sono legati a casa Pratilli, Lucia raccontò a Chiara che il funerale di "Anita mia" era stato pagato con la cassa dei partigiani, perché lei si era ritrovata 

ad organizzare tutto in fretta e furia, e aveva preso i primi soldi che aveva trovato in 

casa, solo dopo scoprì che quei soldi erano destinati a comprare le arme per i partigiani (riuscì comunque a sistemare la situazione). 

Lucia ha vissuto in quella casa dal 25 aprile del 1940 al giorno del suo matrimonio, 

dove poi è partita per i paesi lividi. Tornava qualche volta con la piccola Claudia: 

sempre in sintonia con le idee di Gildo. 

A Venezia, l'uomo aveva molti amici, in particolare, un'amicizia fraterna lo legava a 

Giancarlo Urbani. 

Tra i ricordi di famiglia trovarono una foto che ricordava il "colpaccio" del 28 aprile 

'45 alla Caserma della ex Guardia Repubblicana di Venezia, uno dei luoghi simbolo 

del potere nazifascista. 


Dal giorno della Liberazione a Venezia, la famiglia di Gildo conserva una foto dei 

festeggiamenti in Piazza San Marco, uno dei cedimenti di Gildo verso qualsiasi 

 

rituale celebrativo. Negli anni a venire infatti, l'uomo fu troppo occupato dalla sua 

carriera scientifica per celebrare qualcosa. 




Capitolo 5. 


Gli anni che vennero dopo la Liberazione non furono un periodo difficile per l'Italia. Con il referendum popolare, lo Stato italiano si trasforma in Repubblica; re Umberto decide di abdicare per non esporre il Paese al rischio di una guerra civile. 

Alla fine della guerra, Gildo -senza tralasciare i suoi doveri politici- continua la sua carriera universitaria e la professione privata. 

Nel 1946, Claudia frequenta la scuola elementare, e l'anno dopo nasce Maurizio. 

Maurizio viene "spedito" dal nonno Achille (vedovo) e dalla zia Lina a Venezia. 

Durante il dopoguerra Gildo partecipa al dibattito politico e culturale, prendendo le parti della difesa della Resistenza. 

Il 1946 è un anno in cui Gildo visse dei sentimenti contrastanti; tipo la 

soddisfazione nei confronti del referendum sulla forma dello Stato e per la vittoria 

della repubblica sulla monarchia, ma insieme all'amarezza per la situazione che sciolse il Partito d'Azione. 

Mercoledì 18 gennaio 1950, Gildo tiene una conferenza dal titolo I valori storici e 

morali della Resistenza. 




Capitolo 7. 


Nel suo diario Gildo, nutre forti dubbi circa al fatto che al progresso tecnico, 

corrisponda uno sviluppo dell'uomo sull'eticità. La potenza fa perdere all'uomo il senso dei propri limiti. 

Considerando il metodo di Gildo nelle sue pubblicazioni neurologhe e psichiatriche, 

lascia intuire che valuta la scienza in modo critico. 



Caitolo 8. 


Gildo aderisce alla lotta antifascista, negli anni Trenta. Quando comincia a 

"simpatizzare" per il movimento di Giustizia e Libertà, l'uomo conclude gli studi e si prepara per la sua carriera universitaria. 

Gildo partecipò prima in forma clandestina: distribuendo volantini di Giustizia e 

Libertà, poi contribuendo al dibattito politico nella fase della nuova democrazia. 

 Il lavoro viene assunto dalla Costituzione come il principio che fonda la Repubblica 

democratica. Secondo il progetto costituzionale, è appunto attraversi il lavoro che si deve attuare la promozione della persona nella sua posizione sociale. 


La Costituzione del 1948 sperimenta per la prima volta una "democrazia di massa", basato sulla monarchia e sul parlamentarismo elitario, si trattò di un compromesso. 


Quindi noi resistiamo oggi per difendere il progetto etico, politico e culturale, tramandatoci da quelli che resistettero. 

 

 

 

La Costituzione della Repubblica italiana

Principi  fondamentali

 

Art. 1

 

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 

Art. 2

 

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

 

Art. 3

 

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

 

Art. 4

 

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

 

Art. 5

 

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

 

Art. 6

 

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

 

Art.7

 

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

 

Art. 8

 

 

 

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

 

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]

 

Art. 9

 

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

 

Art. 10

 

L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

 

Art. 11

 

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

 

Art. 12

 

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.